Da oltre 5 anni prigioniero dentro casa

Di Domenico Desantis e Ilaria Pinnella

Oggi giorno tutti diamo per scontato gesti e fatti comuni che fanno parte della nostra vita quotidiana: uscire di casa, andare a fare una passeggiata, incontrare gli amici, andare a fare la spesa.

Molto spesso pensiamo siano azioni importanti che fanno parte della nostra persona così come sancito dalla nostra Costituzione, “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…” e ribadito dall’ Onu nel 1948, “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.”  Quindi in ogni società che si definisca “civile”, dove il termine civile è contrapposto a barbaro, la negazione di tali azioni sarebbe inaccettabile e assurda. Sarebbe assurdo che un uomo libero non possa muoversi da casa, sarebbe assurdo che non possa fare una passeggiata, sarebbe assurdo che non possa incontrare gli amici. Eppure tutto questo accade. Accade in un piccolo paese della provincia di Taranto, Torricella dove il signor Cosimo D’ippolito, persona con disabilità (invalido al 100%) è costretto, da oltre quattro anni, a vivere relegato in casa al secondo piano di una palazzina (alloggio di edilizia popolare) di proprietà dell’Arca Jonica di Taranto, ex Iacp di Taranto. Perché?  Perché la palazzina è priva di ascensore.

Per uscire, il signor Cosimo, è stato aiutato dai vicini che, armati di buona volontà, lo hanno aiutato ad arrivare a piano terra. Al rientro, la figlia, la signora Albertina, è stata costretta a rivolgersi prima alla Polizia Locale e successivamente ai Carabinieri, che non intervenendo, hanno consigliato di rivolgersi ai Vigili del Fuoco. Solo dopo l’arrivo dei Vigili del Fuoco, il signor Cosimo è riuscito nell’ardua impresa di rientrare nella propria casa.

Tale situazione si sta dilungando da troppo tempo, tanto da attirare l’interessamento dei giornali e dei mass media locali e nazionali. Noi della redazione di Movidabilia, insieme al responsabile del nostro Servizio Legale Avv. Ilaria Pinnella, contattati dalla signora Albertina siamo andati a trovare il Signor Cosimo che vive con la moglie ed il figlio, con l’aiuto dei quali affronta ogni giorno la sua “reclusione”. La figlia sta lottando insieme ai genitori per “abbattere” questa gravosa situazione. Ci hanno spiegato che numerose sono state le segnalazioni al Comune, all’Arca Jonica di Taranto – ex Iacp ed alla Regione, ma che tali segnalazioni sono rimaste inascoltate. La signora Albertina, però, non demorde e continua la sua lotta per il padre che non può muoversi e che non può uscire di casa. “Faremo ancora sentire la nostra voce nelle sedi competenti e opportune” ci dice Albertina guardandoci con uno sguardo forte e deciso di chi vuol far valere i propri diritti. Quei diritti che nel 2015 dovrebbero essere ovvi e dati per scontati. Al di là della situazione drammatica della famiglia D’Ippolito, una cosa ci ha stupito ed emozionato, il sorriso e la gioia di vivere del Signor Cosimo.

Si perché il Signor Cosimo sorride ancora nonostante tutto, scherza e ride con noi con la gioia di chi spera che quei diritti detti “inalienabili” in una società “civile” vengano finalmente ascoltati e messi in pratica.

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