Movidabilia nasce nel segno dell’arte, trovando una collocazione naturale nel mondo della musica (Flow) e del teatro, grazie all’incontro con Arianna Lupo e la sua compagnia Diversabilità 13.82 composta da attori, con e senza disabilità, operanti tutti nel mondo del sociale (link all’articolo).
Ma qual è il contributo che la differenza, in particolare la disabilità, dà al teatro?
1 – Percezione e presenza
Come nel mondo della danza, molte tipologie di portatori di disabilità sensoriali hanno la caratteristica di un maggiore equilibrio e percezione del proprio asse e maggiore consapevolezza spazio temporale (come nel caso degli ipovedenti).
Questo li rende particolarmente abili e a proprio agio negli spostamenti scenici e veloci nella memorizzazione delle entrate e delle uscite.
Ovviamente alcune tipologie drammaturgiche sono più adatte ed altre meno ad ogni soggetto, esattamente come avviene per i non portatori di disabilità.
Ti potrebbe interessare anche l’articolo
‘3 risorse dei disabili nella danza’
2 – Lavorazione del testo
Molti amanti del teatro hanno spesso l’impressione che questo sia talvolta restio al cambiamento. Lo dicono anche i dati, dal momento che oltre la metà degli spettacoli messi in scena solo in Italia ogni anno sono riproduzioni o elaborazioni di opere classiche. Insomma, pare che nel teatro italiano non ci sia posto per i testi nuovi e i nuovi autori.
La diversa percezione della realtà da parte di una persona con disabilità può diventare una sua diversa narrazione, da nuovi punti di vista e nuove angolazioni.
Questo può contribuire notevolmente ad uno svecchiamento dei cliché scenici e narrativi e portare ad un nuovo rinascimento teatrale.
3 – Abbattimento barriere e stereotipi di ‘normalizzazione’
L’innovazione dell’arte e nell’arte comporta alla lunga anche ripercussioni sul sociale. Il teatro è stato, nei suoi anni d’oro, veicolo e binario di sensibilizzazione molto più del cinema e di ogni altra arte, proprio grazie a quell’intimo ‘accordo assurdo’ menzionato all’inizio.
Le compagnie che decidono di nascere unendo portatori di disabilità e non portatori di disabilità hanno già abbattuto lo stereotipo della necessità di ghettizzazione e persino quello dell’uso del teatro come ‘terapia’. Per il bene del teatro più che dell’obiettivo diffuso alla ‘normalizzazione’ di ogni cosa.
Il teatro, come l’amore per De André, ha il teatro come solo argomento e chi lo ama e lo vive ha il coraggio di andare sempre un passo (anche due) avanti gli altri.
Ed è il motivo per cui esiste da secoli e per secoli ancora esisterà.
Referenti teatrali per movida bilia:
Arianna Lupo: educatrice ed esperta in teatro sociale, si laurea in Scienze dello Spettacolo presso l’Università di Bari. Si diploma in Danza Classica. Si forma presso l’Accademia ANTEPRIMA sotto la direzione di Franco Alberto Cucchini e Roberto Cenci. Negli anni va in scena in vari spettacoli sotto la regia di Clarizio di Ciaula, Carla Guido, Antonio De Carlo, Fabrizio Pugliese, Fabrizio Saccomanno. Continua a formarsi frequentando seminari di teatro sociale diretti da Antonio Viganò direttore del Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt di Bolzano. Nel 2014 è regista e formatrice della compagnia di attori disabili “Diversabilità” con la quale porta in scena lo spettacolo “Personaggi in cerca d’autore”. Collabora nelle scuole e associazioni della provincia di Lecce e Brindisi come esperta in teatro sociale. Attualmente è educatrice presso il Centro Sociale dell’ambito territoriale di Lecce e docente di Arte e patrimonio culturale presso il C.N.I.P.A. Puglia.
Eleonora Loche: conclude nel 2004 la formazione accademica c/o la scuola di recitazione del Teatro Paisiello sotto la guida di Giorgia Giuntoli e Marina Guadagno. Si diploma e specializza in improvvisazione teatrale c/o la Scuola Nazionale di Improteatro continuando a studiare con i migliori docenti in ambito nazionale ed internazionale. Entra a far parte della Compagnia di Teatro integrato diretta da Arianna Lupo e, dopo qualche anno di esperienza, perfeziona la sua formazione c/o la scuola OTS al Piccolo Teatro ottenendo così la qualifica di Operatore di Teatro nel Sociale.Negli ultimi anni studia, elabora e sperimenta, per la prima volta, una didattica teatrale accessibile attraverso la tecnica del teatro d’improvvisazione.