Violenza di Genere e Disabilità: Un progetto per fornire sostegno specifico

Qualsiasi tipo di violenza, dalla più esplicita alla più subdola è da condannare. Quando poi è indirizzata verso il genere femminile è disdicevole e, fortunatamente, negli ultimi anni l’attenzione e l’allerta sociale verso il tema è saltato all’onore dei grandi media. Se poi andiamo a guardare la violenza perpetuata nei confronti delle donne con disabilità, diventa un po’ più difficile mantenersi freddi e distaccati.

Dati ufficiali non ce ne sono, ma il Consiglio Europeo ritiene che circa il 40% delle donne con disabilità è vittima di una qualsiasi forma di violenza, cifra che, secondo Ana Peláez, responsabile del Comitato Donne dell’EDF (European Disability Forum), sarebbe nella realtà molto maggiore.
I dati, purtroppo, non rispecchiano solo un’emergenza sociale dell’ultima ora e perciò non c’è tanto da stupirsene; dall’articolo 6 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, infatti, emerge con chiarezza la condizione di duplice discriminazione, perché donna e perché disabile, di cui è vittima questa parte di mondo.

Per venirne fuori è necessario innanzitutto che la donna chieda aiuto, sia pronta ad iniziare un percorso che passi dal riconoscimento della violenza, al superamento della paura, l’uscita dall’isolamento in cui spesso ricade e soprattutto porti alla consapevolezza dei propri diritti e alla determinazione di sé.

Nel caso, invece, di una donna disabile questo processo risulta più complesso e le barriere psicologiche e sociali più forti in quanto molto spesso la violenza viene dalla stessa persona che si prende cura di lei, amplificandone quindi la condizione di dipendenza e subordinazione.

Da queste consapevolezze è nato il Progetto “Aurora” che, attraverso l’apertura del primo sportello specifico a livello nazionale, intende creare uno spazio in cui informare, sensibilizzare, sostenere donne con disabilità fisiche e sensoriali che vivono condizioni di violenze, abusi e violazione dei diritti umani.

Promosso dall’Associazione FRIDA di Pisa (http://www.associazionefrida.it ) in partenariato con l’AIAS (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) (http://www.aiasnazionale.it ) di Empoli e la Società della Salute del Valdarno Inferiore (http://www.sdsvaldarnoinferiore.gov.it/home ), lo sportello opera attualmente solo in Toscana e tra le proprie linee progettuali conta anche un’indagine conoscitiva sul fenomeno svolta tramite un’intervista semistrutturata rivolta a venti stakeholders (operatori socio-sanitari e di servizi educativi che lavorano a contatto con donne disabili), da cui sono emerse le norme le prassi e i servizi esistenti e la qualità delle risposte sociali e normative esistenti.
Dopo aver analizzato il fenomeno nella sua totalità, quindi, obiettivo ultimo del progetto sta nello sviluppo di iniziative atte a migliorare il livello qualitativo e quantitativo del sostegno attualmente fornito al fine di contrastare effettivamente il fenomeno.

Ilaria Panico

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