Danza in carrozzina il talento di Chiara vale il titolo italiano

La venticinquenne savonese trionfa agli Assoluti come solista e conquista anche l’argento in coppia

SAVONA. Continua a collezionare medaglie la venticinquenne savonese Chiara Bruzzese, ballerina dell’unico corso in Liguria di «Danza in carrozzina» tenuto dal coreografo Edo Pampuro alla scuola Semplicemente Danza di Savona.
Lo scorso 27 gennaio la giovane atleta ha infatti trionfato ai Campionati italiani assoluti Fids di danza, all’Rds Stadium di Rimini, portandosi a casa un oro nel solo e un argento in coppia con il ballerino normodotato Davide Mori Romeo.

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La coreografia con cui si è aggiudicata il titolo di campionessa italiana è tratta dal Cirque du Soleil, mentre nel «combi» (così viene definito in gergo tecnico il tipo di ballo in cui uno dei due partner danza in carrozzina e l’altro in piedi) ha conquistato il secondo posto, insieme a Davide Mori Romeo, sulle note dell’emozionante «Never Forget», brano cantato da Michelle Pfeiffer nel film «Assassinio sull’Orient Express».

Un successo rincorre l’altro. La vittoria di Rimini apre infatti la strada ad altre competizioni internazionali e segue altre premazioni tra novembre e dicembre, a Bratislava e a Malta.
Una disciplina piuttosto difficoltosa, ma che riempe Chiara di gioia. La sua mossa preferita è quella della «molla»: con un movimento aggraziato, si portano il busto e le braccia giù da un lato e poi dall’altro della carrozzina. E pazienza se, qualche volta, quella maledetta rigidità delle mani le fa mancare la presa sulla ruota e non le permette di volare come vorrebbe: domani ci riproverà e andrà meglio. Alcune volte, balla in coppia con l’altro frequentante del corso, Enrico Gazzola, in coreografie cosiddette «duo» (entrambi i ballerini sono seduti). Altre volte, invece, intreccia il proprio corpo con un ballerino o una ballerina in piedi e, in questo caso, si parla di «combi».
«Il corso, definito a livello internazionale “wheelchair dance”, è l’unico in Liguria», spiega il coreografo Edo Pampuro. «Sono cinque anni che la scuola Semplicemente Danza di Luisella Frumento ci ospita, ideale perché priva di barriere architettoniche».
La prima fase del corso riguarda alcuni esercizi per migliorare la mobilità del busto e delle braccia; solo successivamente si passa a danzare: «Non è possibile, in questo tipo di danza, parlare di “movimenti base”, perché ogni ballerino ha le proprie difficoltà motorie specifiche e, di conseguenza, sono cuciti su misura della persona», prosegue Edo Pampuro.
I ballerini si allenano due volte alla settimana, ma Chiara vorrebbe ballare molto di più: infatti, nei momenti di pausa scalpita, accontentandosi di ascoltare nella sua camera la musica a tutto volume.
Un corso che conta ancora pochi iscritti ma molte medaglie vinte. Per quanto riguarda la danza paralimpica, al momento, dall’Ipc è riconosciuta solamente la «wheelchair», anche se pare si stia muovendo qualcosa, a livello internazionale, per far riconoscere anche la danza per non vedenti.

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