Disabilità in tv: basta che se ne parli?
Pare ci sia una nuova sensibilità televisiva che tende a puntare i riflettori anche su temi finora marginali o comunque relegati a trasmissioni o spazi ben definiti. Dopo il tanto discusso monologo di Luciana Littizzetto sul palco di Sanremo, si potrebbe dire che la disabilità vive il suo “momento di gloria”.Due format, infatti, hanno messo al centro del proprio racconto delle persone disabili: una è la docu-fiction “Hotel 6 Stelle” (produzione Magnolia in collaborazione con l’Aipd – Associazione Italiane Persone Down in onda su Raitre) e l’altra è la tredicesima edizione del Grande Fratello (Canale 5).
“Hotel 6 Stelle” è soprattutto una scommessa, ovvero quella di riuscire a raccontare con garbo e originalità l’esperienza di 6 persone Down impegnati in un tirocinio formativo in un grande hotel romano. E il risultato ad oggi è molto soddisfacente date le positive critiche ricevute e la decisione dell’Azienda Rai di “spingerlo” il più possibile attraverso la messa in onda di una replica al sabato pomeriggio in aggiunta all’iniziale collocazione nella seconda serata del lunedì. Alessandra Comazzi, critica televisiva de “La Stampa”, l’ha definito un “programma civile” e anche in gli ascolti pare che premino l’idea che c’è dietro il progetto: 560 mila telespettatori per la prima puntata e altri 583 mila nella replica non sono numeri da poco.
Di tutt’altro genere, e per questo non meno significativo, l’inserimento di una persona disabile all’’interno dell’ormai celeberrima “Casa” che tutto vede e tutto commenta. La storia di Valentina Acciardi, ex modella che a causa di un incidente stradale ha perso un braccio, sulla carta incuriosisce e intenerisce il vasto pubblico appassionato al reality show, e nel contempo segnala una scelta ben precisa degli autori di provare a portare in prima serata il tema dell’inclusione sociale. Certo, alcuni più aspri commentatori sostengono che tutta l’operazione sia una trovata che guarda più all’audience che alla sensibilità sociale, un meccanismo di esasperata ricerca di nuovi personaggi per provare a strappare qualche consenso positivo o per lo meno maggiore interesse intorno alla trasmissione. Antonio Giuseppe Malafarina, blogger del corriere.it, sostiene che “ la disabilità al Grande Fratello assurge al titolo di elemento di curiosità popolare. Non è proprio un bene, ma almeno si guadagna la mostrina di argomento a latere non troppo tabù.”
Questi due opposti esempi di come i temi sociali possano far parte ed essere protagonisti della tv di oggi, credo che però ci portino ad una riflessione di fondo: decidere se vogliamo essere del partito del “basta che se ne parli” oppure sostenere modalità di interazione e di inclusione di qualità, che non si limitino solo a suscitare interesse intorno all’argomento ma che vogliamo creare valore condiviso con un messaggio che vada oltre lo spettacolo.
Ilaria Panico

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