Il Tribunale di Milano condanna ATM e comune per discriminazione ai danni dei disabili

Di Avv. Ilaria Pinnella, Responsabile Servizio Legale Movidabilia

Per parlare di accessibilità dei trasporti pubblici locali e, quindi, garantire una piena fruibilità degli stessi alle persone con disabilità, occorre prendere in considerazione una serie di requisiti fondamentali, quali: veicoli attrezzati al trasporto delle persone con disabilità, l’accessibilità delle fermate, l’affidabilità delle informazioni messe a disposizione dell’utenza, la formazione del personale per l’uso dei dispositivi per disabili.

Tuttavia, tali requisiti esistono nella teoria, ovvero nella normativa, ma scarseggiano nella pratica. Infatti, il diritto alla mobilità, che dovrebbe esser pienamente garantito anche ad una persona con disabilità, è limitato e, spesso, negato proprio da specifiche carenze “strutturali” della maggior parte dei mezzi di trasporto pubblico locali, inidonei ad accogliere persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, persone anziane, donne con passeggini, ecc.

Uomo in carrozzina in città

Uomo in carrozzina in città

L’inaccessibilità dei mezzi di trasporto pubblici locali attua, quindi, un graduale processo di emarginazione sociale delle persone con disabilità, che rinunciano ad utilizzare i servizi pubblici, quindi ad una conduzione di vita quotidiana normale, nonché all’esercizio dei propri diritti, ledendo così la dignità della persona.
Infatti, il diritto di muoversi autonomamente utilizzando i mezzi di trasporto pubblico costituisce per ognuno esplicazione della dignità come persona e deve essere garantito anche alle persone con disabilità al pari dei soggetti normodotati. In tal senso la presenza di ostacoli o barriere architettoniche, che impediscano all’individuo con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di salire o scendere dal mezzo di trasporto pubblico, costituisce discriminazione indiretta, ai sensi dell’art. 2 L. 67 del 2006, in quanto pone la persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto alle persone normodotate.

Questo è stato l’orientamento seguito in una recente sentenza emessa lo scorso Giugno 2015 dal Tribunale di Milano che ha accolto il ricorso presentato da un uomo con disabilità motoria che da anni, per raggiungere il centro di Milano, deve utilizzare mezzi di trasporto privati dal momento che il tram 24, che gli servirebbe per raggiungere il centro, non è accessibile.
Infatti, l’uomo per raggiungere il centro dovrebbe prendere ben quattro mezzi per raggiungere lo stesso itinerario che una persona normodotata raggiunge utilizzando due sole linee di trasporto pubblico. Per questo motivo ha presentato un ricorso contro Atm e contro il Comune di Milano. Il ricorso è stato accolto e il Giudice, accertato il comportamento discriminatorio, ha ordinato che, entro il 31 dicembre 2015, l’Atm inserisca nel parco mezzi della linea 24 “un numero di vetture (tali da assicurarne l’utilizzo da parte della persona con disabilità nelle diverse ore della giornata) accessibili al disabile motorio”, mentre il Comune adegui banchine o marciapiedi in corrispondenza delle fermate della linea 24, in modo da renderli accessibili; condannando altresì tali enti al risarcimento dei danni non patrimoniali nella misura di euro 4.000.

Questa ulteriore sentenza in tema di inaccessibilità oltre a fungere da monito per amministrazioni pubbliche e aziende di trasporti pubblici locali, evidenzia, sancisce e punisce tale forma di discriminazione perpetrata in danno delle persone con disabilità derivante dalla inaccessibilità dei trasporti pubblici locali, che costringe tali persone a ricorrere (a loro cure e spese) a mezzi di trasporto privati o paradossalmente ad adeguarsi a tale inaccessibilità, lottando così quotidianamente contro scalini, pedane elettriche adibite alla salita e alla discesa malfunzionanti, marciapiedi corrispondenti alle fermate inaccessibili. Peraltro, questa sentenza è indicativa anche di un’altra fondamentale discriminazione subìta dalle persone con disabilità: dover ricorrere ad un Tribunale per prendere il tram!

Il Servizio Legale Movidabilia ha l’obiettivo di denunciare ed abbattere le barriere strutturali e sociali, ovvero abbattere la discriminazione perpetrata nei confronti delle persone con disabilità, pertanto, invita chiunque sia vittima di tale discriminazione a condividere la propria storia contattando il servizio legale a serviziolegale@movidabilia.it e richiedere una consulenza gratuita ricevendo così un supporto legale nella battaglia contro l’abbattimento delle barriere.

 

X