
Il caso d’Ippolito: I pezzi di un puzzle legale e morale
Di Sabrina Barbante

Avv. Ilaria Pinnella, servizio legale di Movidabilia
Lo scorso giugno l’Avv. Ilaria Pinnella prende a cuore il caso e invia una prima lettera di diffida a procedere in via di urgenza all’abbattimento delle barriere architettoniche sia esterne all’alloggio – quattro rampe di scale senza ascensore – sia interne all’appartamento stesso – bagno non a norma, inaccessibile a persona con disabilità.
– Arca Jonica di Taranto (ente proprietario e gestore dell’immobile),
– Regione Puglia e
– Comune di Torricella;

Guardare una sedia a rotelle – dalla mostra fotografica di Movidabilia Amare le differenze
– diritto alla libera circolazione
– diritto dall’autonomia e all’accessibilità nonché alla salute
– diritto a condurre una vita normale.
Nel frattempo la regione stanzia la somma di 250.000,00 Euro per il ripristino/impianto dell’ascensore nello stabile; Arca Jonica promette in prima udienza che i lavori sarebbero stati eseguiti, ma senza pronunciarsi in merito alle tempistiche.

sagoma di una persona dietro la ruota ad una sedia a rotelle, in attesa
D’Ippolito è sempre chiuso nella sua casa senza un ascensore, senza la possibilità di muoversi.
Ci sono state di mezzo, in questi mesi di attesa, articoli e lettere aperte (come questa, scritta da Giovanni Caforio che vi invitiamo a leggere per la sua chiarezza e impeto civico e umano), trasmissioni televisive nazionali, come Storie vere su Rai Uno, in cui per ben due volte l’Avvocata Pinnella ha potuto confrontarsi anche pubblicamente con il sindaco, che pubblicamente ha preso impegni ancora non mantenuti o che comunque non sono stati in grado di risolvere la situazione.
Spesso noi di Movidabilia parliamo dell’importanza di abbattere barriere architettoniche ma prima di tutto MENTALI E CULTURALI.
E qui torniamo alla domanda iniziale:
Che cosa rende un uomo sulla sedia a rotelle “un disabile”?
Crediamo che questa storia delle lunghe attese (una delle tante, purtroppo) sia al 90% bloccata dalle barriere culturali e mentali delle parti coinvolte.
Il sindaco ha avuto il suo ritorno di immagine annunciando in diretta su Rai Uno che l’immobile sostitutivo era stato trovato e sarebbe stato pagato dal comune. Che l’immobile fosse inaccessibile, è secondario solo per chi non ha problemi di mobilità.
I soldi per l’ascensore nell’immobile in cui abita Cosimo D’Ippolito ci sono… Ma il progetto non sembra essere urgente per chi, le sue gambe e la sua autonomia, non la mette in discussione.
Se un primo cittadino capisse quanto 5 gradini siano tutt’altro che banali per un disabile in sedia a rotelle, se un ente privato e un comune capissero che è intollerabile lasciare un cittadino chiuso in casa per lungaggini e pressappochismi, se si sottovalutasse di meno il disagio di un uomo che ha subito un danno fisico per una malattia e morale per le inadempienze delle amministrazioni, forse Cosimo sarebbe un uomo libero.
In sedia a rotelle, ma libero.
In grado di uscire, andare dal medico senza chiamare i vigili del fuoco e carabinieri, in grado di far da sé la sua spesa e persino, pensate un po’, di divertirsi. Persino di essere felice.
Sarebbe un uomo in sedia a rotelle, ma sarebbe meno disabile.