Il caso d’Ippolito: I pezzi di un puzzle legale e morale

 Di Sabrina Barbante

Che cosa rende un uomo sulla sedia a rotelle “un disabile”? 
Ce lo siamo chieste prima di scrivere questa cronostoria del caso d’Ippolito, seguito da Movidabilia nella persona (e nella forza e caparbietà) dell’Avv. Ilaria Pinnella.
Il Signor Cosimo d’Ippolito, cittadino del comune di Torricella (TA) da oltre cinque anni, a seguito di un ictus, si muove su una sedia a rotelle.
La sua situazione è aggravata dal fatto che abita in un immobile al secondo piano di uno stabile di tipologia e.r.p (un tempo denominata edilizia popolare) non dotato di ascensore, trovandosi quindi nella situazione di essere segregato in casa propria, impossibilitato ad uscire per le attività più comuni, persino per le visite mediche.
ilaria pinnella avvocato movidbilia

Avv. Ilaria Pinnella, servizio legale di Movidabilia

Lo scorso giugno l’Avv. Ilaria Pinnella prende a cuore il caso e invia una  prima lettera di diffida a procedere in via di urgenza all’abbattimento delle barriere architettoniche sia esterne all’alloggio – quattro rampe di scale senza ascensore – sia interne all’appartamento stesso – bagno non a norma, inaccessibile a persona con disabilità.

La lettera è indirizzata agli enti coinvolti e responsabili, ciascuno per le proprie competenze, di una situazione umanamente inaccettabile:
– Arca Jonica di Taranto (ente proprietario e gestore dell’immobile),
– Regione Puglia e
– Comune di Torricella;
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Guardare una sedia a rotelle – dalla mostra fotografica di Movidabilia Amare le differenze

 Purtroppo alla diffida reagisce il silenzio dei tre enti, che portano Ilaria Pinnella a notificare un ricorso in via d’urgenza, ritenendo ci sia una grave lesione dei diritti costituzionalmente garantiti
– diritto alla libera circolazione
– diritto dall’autonomia e all’accessibilità nonché alla salute
– diritto a condurre una vita normale.
 
Nel frattempo la regione stanzia la somma di  250.000,00 Euro per il ripristino/impianto dell’ascensore nello stabile; Arca Jonica promette in prima udienza che i lavori sarebbero stati eseguiti, ma senza pronunciarsi in merito alle tempistiche.
Dal momento che nel comune di Torricella vi sono abitazioni e.r.p. disabitate e poste al piano terra il comune, nella persona del sindaco Emidio De Pascale, propone l’assegnazione al paziente signor d’Ippolito un nuovo appartamento provvisorio.
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sagoma di una persona dietro la ruota ad una sedia a rotelle, in attesa

Purtroppo a seguito del sopralluogo l’appartamento è risultato inaccessibile perché posto al piano terra rialzato, la zona notte al piano primo con rampa di scale ad angolo presso cui era presente l’unico bagno della casa.
Movidabilia, Pinnella e, ovviamente Cosimo e sua figlia Albertina attendono una nuova udienza, nella quale il sindaco propone una nuova soluzione: concedere a d’Ippolito un appartamento con ascensore in uno stabile non e.r.p., ma di cui il comune si sarebbe fatto carico in attesa dell’esecuzione dei lavori per l’ascensore.
Nuove attese e altri rinvii, sino alla perizia al nuovo immobile proposto.
Appartamento molto bello ma parzialmente inaccessibile a causa di 5 gradini di ingresso, innocui per chi cammina con le proprie gambe ma più che complessi per un uomo in sedia a rotelle a seguito di ictus.
Anche la realizzazione di una rampa non è gestita come una cosa semplice, perché di essa come del trasferimento ad un appartamento accessibile prima dei lavori di ripristino dell’ascensore, al momento si è ancora in attesa.
Sono passati due mesi di rinvii, proposte, promesse (anche pubbliche) ma ad oggi
D’Ippolito è sempre chiuso nella sua casa senza un ascensore, senza la possibilità di muoversi. 
Ci sono stati mesi in cui Pinnella e D’Ippolito hanno visto (e sentito) sottovalutare la gravità del problema, perché per chi cammina sulle proprie gambe è sempre un po’ difficile capire che cosa siano 5 gradini.
Ma anche che cosa sono due piani.
Ilaria P

Ilaria Pinnella

Ci sono state di mezzo, in questi mesi di attesa, articoli e lettere aperte (come questa, scritta da Giovanni Caforio che vi invitiamo a leggere per la sua chiarezza e impeto civico e umano),  trasmissioni televisive nazionali, come Storie vere su Rai Uno, in cui per ben due volte l’Avvocata Pinnella ha potuto confrontarsi anche pubblicamente con il sindaco, che pubblicamente ha preso impegni ancora non mantenuti o che comunque non sono stati in grado di risolvere la situazione.

Spesso noi di Movidabilia parliamo dell’importanza di abbattere barriere architettoniche ma prima di tutto MENTALI E CULTURALI.

E qui torniamo alla domanda iniziale:
Che cosa rende un uomo sulla sedia a rotelle “un disabile”? 

Crediamo che questa storia delle lunghe attese (una delle tante, purtroppo) sia al 90% bloccata dalle barriere culturali e mentali delle parti coinvolte.

Il sindaco ha avuto il suo ritorno di immagine annunciando in diretta su Rai Uno che l’immobile sostitutivo era stato trovato e sarebbe stato pagato dal comune. Che l’immobile fosse inaccessibile, è secondario solo per chi non ha problemi di mobilità.

I soldi per l’ascensore nell’immobile in cui abita Cosimo D’Ippolito ci sono… Ma il progetto non sembra essere urgente per chi, le sue gambe e la sua autonomia, non la mette in discussione.

Se un primo cittadino capisse quanto 5 gradini siano tutt’altro che banali per un disabile in sedia a rotelle, se un ente privato e un comune capissero che è intollerabile lasciare un cittadino chiuso in casa per lungaggini e pressappochismi, se si sottovalutasse di meno il disagio di un uomo che ha subito un danno fisico per una malattia e morale per le inadempienze delle amministrazioni, forse Cosimo sarebbe un uomo libero.

In sedia a rotelle, ma libero.

In grado di uscire, andare dal medico senza chiamare i vigili del fuoco e carabinieri, in grado di far da sé la sua spesa e persino, pensate un po’, di divertirsi. Persino di essere felice.

Sarebbe un uomo in sedia a rotelle, ma sarebbe meno disabile.

 

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