La cultura che non vince

L’ex Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, con un emendamento presentato in Commissione Cultura, ha voluto portare in Parlamento i problemi della disabilità in merito alle barriere architettoniche presenti nei centri culturali della nostra Penisola. Bray si è fatto carico delle voci, delle preoccupazioni, dei problemi che le persone disabili vivono quotidianamente e ha presentato, nel piano straordinario della mobilità turistica, tale emendamento per proseguire la lotta agli ostacoli che impediscono la fruibilità ai luoghi e agli istituti di cultura.

Questo il testo in questione: “Al fine di assicurare la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di visitare i luoghi e gli istituti della cultura, fruendone degli spazi e delle attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo provvede alla rimozione delle barriere architettoniche così come definite dall’articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1996 n. 503. 2. Per le finalità di cui al comma precedente, presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo è istituito un apposito “Fondo per la rimozione delle barriere architettoniche” pari ad euro 2 milioni per l’anno 2014 e 4 milioni ciascuno per gli anni 2015 e 2016. Alla copertura del Fondo si provvede, per 1,5 milioni di euro per l’anno 2014 e per 3 milioni di euro ciascuno per gli anni 2015 e 2016 mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle finanze per l’anno 2014, allo scopo utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo ministero. Il Ministro dell’Economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio; per 500 mila euro per l’anno 2014 e per 1 milione di euro ciascuno per gli anni 2015 e 2016 mediante incremento del prezzo del biglietto di ingresso nei luoghi e negli istituti di cultura per un valore pari a 0,50 centesimi.”

La V Commissione della Camera ha ritirato questo emendamento per mancanza di coperture. Suona strano questo rifiuto. La nostra Nazione si muove verso l’Expo, discute di tecnologia, turismo digitale e cultura senza barriere, eppure 50 centesimi in più sul costo del biglietto di un museo per abbattere le barriere architettoniche presenti nei nostri luoghi culturali, sono stati considerati eccessivi.

Nell’ultimo periodo si parla tanto di musei che si possono toccare, luoghi d’arte fruibili e accessibili ai non vedenti grazie a pannelli tattili, cartelloni speciali, pavimentazione rialzata. La tecnologia la fa da padrona e diventa ogni giorno sempre più fondamentale per una cultura totalmente fruibile. Un conto però è parlare di tutto questo e un conto è agire in questa direzione. La Commissione Cultura boccia questo emendamento, i media tacciono, la gente resta a guardare. Eppure bastava poco, meno di un caffè al giorno per aiutare e facilitare la vita di molte persone.

Andrea Franchini

X